sabato 22 febbraio 2014

Peagna di Ceriale




Peagna ed il mare; sulla sinistra il Poggio Castellaro


Peagna non è altro che un antichissimo insediamento, che si trova, letteralmente, sulle spalle di Ceriale (SV).
Essendo a tre minuti di macchina dal mare, ha tutto ciò che servirebbe per un discreto sviluppo turistico-residenziale. Effettivamente, qualche giovane vi abita negli ultimi anni, forse educato ad uno stile di vita sobrio e rustico. Dubito comunque che gli abitanti di questo borgo grazioso sappiano chi sono i loro vicini, dal momento che vi è un solo punto di aggregazione, la chiesa parrocchiale gestita da Don Gerini. Una piccola fotografia dell'arrivo alla Parrocchiale, realizzata con una macchina degli anni '50, giusto per dare il tono.



La nuova Parrocchiale


Urge considerare che la più vecchia Chiesa di Ceriale si trova in questo borgo; più precisamente è la Chiesa del Cimitero di Peagna, risalente intorno al 1300.
Se vogliate informazioni storiche su Peagna, sinteticamente potete vedere qui:

Peagna sul sito comunale

Perlustrando il centro storico, scopriamo una via principale che un tempo era il luogo dei commerci e degli incontri.



La via principale di Peagna


Non mancano gli scorci che ci fanno pensare agli inizi del secolo. In tutto il territorio di Ceriale si trovano svariati "nasi" (è il nome delle fontanelle pubbliche da cui a Roma ci si abbevera), e questo è perfettamente inserito nel carattere austero della piazza della Chiesa.



Angolo pittoresco di Peagna, nella piazza della Chiesa


La stessa piazza della Chiesa è raggiungibile da monte per mezzo di uno dei tanti "caruggi"; una volta animati, oggi sono abitati da ben tenute fioriere, che pullulano nel borgo.




Caruggio di Peagna



Ecco, vista da nord, la via che conduce dolcemente alla Parrocchiale.




Via principale di Peagna vista da nord



Per il turista che passa, ignaro dei luoghi, più che Peagna è però famosa la strada panoramica, meta di un turismo 'avventuroso': certo che di notte non ci si può godere la splendida vista che si ha dalle zone del Poggio Castellaro. Si dice che questa strada, asfaltata e ben tenuta, sia opera di un ex politico molto influente a Roma. Siamo in mezzo alla macchia mediterranea, uniche colture gli oliveti. Può essere molto calda in un mezzogiorno d'estate, e non vi si trova facilmente riparo.





L'isola Gallinara segna il Mezzogiorno sulla strada panoramica



La vista ad Ovest dalla Panoramica (Chiesa di Capriolo)



Subito dietro Peagna c'è un luogo speciale: la valle del Rio Ibà. Piacevole da percorrere in ogni stagione, risulta freschissima nella sua parte meridionale. Da lì si origina il famoso Rio Torsero.
Valle Ibà costituisce tra le valli liguri un esempio unico di ambiente naturale completamente preservato, insieme vicinissimo al mare.




Ingresso della Valle Ibà e pendici del Monte Pesalto



Il sottobosco è intricato in taluni punti. Vi consiglio comunque di rimanere al suo interno per percorrere l'intera valle, altrimenti, se vorrete guadagnare il Monte Acuto per il versante più ripido, potreste trovarvi improvvisamente in mezzo agli arbusti spinosi, sotto il sole estivo. Particolarità di tutti i sentieri che percorrono il monte Pesalto (a sud della Valle Ibà) ed il monte Acuto (a nord della Valle Ibà), è che essi cambiano continuamente. Le cartine vengono aggiornate annualmente perché i sentieri invecchiano presto, risultando pieni di bassi arbusti e in breve tempo impraticabili. Ecco come può risultare, in una immagine ai limiti della realtà, il sottobosco.




La boscosa Valle Ibà




Scattate con Cosina CT1 le foto rettangolari, con Ensign Ful-Vue II (anni '50) le foto quadrate. Pellicole Fomapan formati 135 e 120. Viraggi seppia Tetenal Triponal Toner. Stampe di piccolo formato (13x18 cm) su carta Ilford MG IV RC.

martedì 11 febbraio 2014

Prefazione





Questa è una descrizione dei luoghi della mia terra, in forma di racconto. E' composta di notizie locali, che vado apprendendo da piccole biblioteche di famiglia. Sono viaggi con partenza in Liguria, nella riviera nei pressi di Albenga. L'arrivo non è ben precisato. Io vado, espongo alcuni dettagli di luoghi che comunemente non si studiano a scuola. Si tratta per lo più di entroterra liguri: siamo qui lontani da cose alla Montale, lontani dai soliti tramonti spettacolari. Piuttosto siamo vicini alle tradizioni occitane, territorio in cui potrei facilmente sconfinare (per esempio quando passo da Upega), siamo vicini ai riti contadini, di quella civiltà che si è ridotta ad un pugno di persone che ancora osano abitare certi luoghi; siamo vicini al territorio montuoso in cui si trasforma l'Appennino nelle alpi Liguri, vicini a dirupi scoscesi, a grotte, e relitti industriali. Ripeto che di queste cose, cioè di tramandare queste bellezze, nessuno si occupa, dietro al miraggio di andare in vacanza altrove, o in alta montagna, o alle isole tropicali.

  Non vorrei curarmi della perfezione tecnica delle mie fotografie perché non scriverei allora più alcunché. Ecco allora un punto importante, che si cerchi un equilibrio tra conoscenza delle nostre terre e un tecnicismo fotografico, di cui spero essere meno vago possibile. Tutte le fotografie che espongo  sono in forma cartacea, create da me e devono servire per illustrare un filo del discorso: sono analogiche e ne ho digitalizzato direttamente le stampe, perché non credo, in generale, nel valore di una cosa che si possa modificare o cancellare con un click. Non c'è, tra l'altro, alcun intervento di ritocco al computer.